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La villa dei Thiene doveva essere grandiosa: un palazzo castello, una reggia in ordine colossale, così come quella che avrebbe dovuto essere in città, così quella in campagna.

 

Per il grande Francesco, tra gli uomini più magnifici della mia Vicenza, e per i suoi figli Teodoro e Odoardo, mio grande amico. Fu quello il momento in cui per la villa si fermò il tempo, lasciando oggi solo il frammento di una barchessa a memento di ciò che fu sognato e interrotto.

 

Se quando ero giovane, era ancora possibile ragionare di religione, non lo era più ora: le guerre tra cattolici e protestanti insanguinavano l'intero continente. Pio V, dopo Pio IV, sorvegliava sempre con maggiore inflessibilità sull'attuazione delle disposizioni conciliari.

 

Così, undici anni dopo la morte di Francesco in Francia, Odoardo conte di Cicogna Padovana fu costretto a fuggire a Ginevra, poco dopo seguito dalla moglie Diamante. C'entravo qualcosa anch'io?

È scritto: ero presente all'atto notarile che sanciva il passaggio dei beni abbandonati al fratello Teodoro.

Villa Thiene a Cicogna - Barchessa

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